La fruttivendola

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Rosa Bulgari
view post Posted on 17/1/2016, 11:19




Come tutti i sabati, il mercato ortofrutticolo era in piazza, offrendo alla gente, il meglio del raccolto di stagione. Si potevano trovare tutte le tipologie di verdura e di frutta fresca di stagione. Altre bancarelle invece offrivano prodotti come miele, marmellate e sottaceti fatti in casa. Una bancarella in particolare era sempre piu’ piena delle altre, nonostante i suoi prezzi erano leggermente piu’ cari rispetto alla media del mercato. La ragione di questo successo aveva un solo e semplice nome: Monica.
Monica era la piu’ sensuale delle contadine. Vendeva la frutta e la verdura del suo orto, ipnotizzando la gente con la sua generosa scollatura, che lasciava intravedere le sue grosse tette. Ogni volta che la vedevo, pensavo che volendo poteva anche vendere il proprio latte, essendo una vacca. Monica era sempre l’ultima a lasciare il mercato ma non era mai la prima ad arrivare. Tutte le volte che la vedevo, aveva i suoi lunghi capelli legati e mangiava una banana, in un modo cosi’ erotico da farmelo diventare duro ogni santa volta. Ricordo che una volta ero talmente arrapato che anche lei si era accorta della mia erezione e con un sorrisetto malizioso, ricordo che fece scivolare la punta della banana tra le labbra, facendomi cenno di aspettarla dietro il suo furgoncino. Il suo invito mi aveva eccitato al punto che avrei potuto sborrare senza neanche tirarlo fuori. Andai dietro il furgoncino e aspettai che anche l’ultimo cliente di Monica ando’ via. Lei arrivo’, con in mano una banana, che leccava sensualmente, mentre i suoi occhi erano fissi sulla mia erezione.
Indossava un paio di pantaloncini che le coprivano solamente il culo ed una camicetta ben sbottonata. Aveva delle enormi tette che ballavano mentre si avvicinava verso di me, succhiando la sua solita banana. Con gli occhi fissi sui miei, Monica si abbasso’, fino ad arrivare con la faccia davanti la mia erezione. Infilo’ la mia erezione con tutti i jeans nella sua bocca, con una fare da sgualdrina, mentre si sbottonava i pochi bottoni della camicetta. Tiro’ fuori le sue bellissime tette e mentre mi sorrideva, mi abbassava i jeans e le mutande, liberando il mio cazzo dritto e duro. Prese le sue tette con entrambe le mani e le porto’ sul mio cazzo, che spari’ in mezzo a quelle soffici e grosse tette. Restai immobile, mentre vedevo il mio cazzo scivolare su e giu’ tra quelle tette, con la cappella che era vicino alle sue labbra, ogni volta che il cazzo risaliva. Lei mi guardava dritto negli occhi e con la lingua di fuori, leccava la punta del...

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