Il paradiso caraibico

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Rosa Bulgari
view post Posted on 5/1/2016, 17:46




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Quella era la sua vita e non l’avrebbe mai scambiata con quella di nessun altro.
Stava sorseggiando un drink ghiacciato dalla sua noce di cocco, seduto sulla sedia della veranda del piccolo bungalow che si affacciava sull’oceano.
Il paradiso caraibico era il massimo che si poteva chiedere. L’alcol, le donne e tutto il resto era alla portata di chiunque.
Era partito da circa due anni e la sua vita non era mai stata così bella e splendente. Accese una sigaretta e, guardandosi alle spalle, osservò le due ragazze che dormivano nel suo letto.
Il mondo gli stava stranamente sorridendo, forse di rimando a tutti quegli anni di pessimismo cronico che gli aveva regalato senza che lui gliel’avesse chiesto.
Entrò nella stanza, continuando a fumare. Erano molto belle e se avesse sommato le loro età, non sarebbero arrivate nemmeno a quarantatré anni. Era perfetto.
Cominciò a massaggiarsi il pene, per prepararlo a sfogarsi con quelle due bellezze. Era quasi un peccato svegliarle, perché sembravano due angioletti dormienti, ma a lui servivano dei diavoli e degli angeli non sapeva cosa farsene.
Si avvicinò silenziosamente verso una delle due ragazze, con un erezione che aveva liberato dalla costrizione del costume da bagno.
Posò il suo pene sulle labbra della ragazza, ancora immersa nel mondo dei sogni. Si svegliò dopo poco e lo guardò spaventata, per poi riprendersi dallo shock del risveglio.
Iniziò a crucciarglielo con quelle sue labbra rosee e carnose, spiattellandogli la lingua sopra, esattamente come avrebbe fatto con un gelato molto buono.
Le piaceva succhiare il cazzo, per quello aveva scelto di farlo di professione; non finivi a fare la puttana se, almeno un po’, non ti piaceva il cazzo.
Lui era abituato a farselo succhiare da bellezze del genere, perché in quel posto le ragazze erano tutte quante delle bellezze prorompenti e, cosa da non sottovalutare, estremamente disponibili a scaldare il letto ad un bianco con la grana.
-Sveglia un po’ la tua amica… voglio che ti lecchi la figa, così godi un po’ anche tu.- disse, accarezzandole la faccia premurosamente.
Svegliò la sua collega e, dopo averle spiegato il tutto in una lingua incomprensibile, questa iniziò a leccarle la vagina, proprio mentre lei riprese ad inghiottire il pene di Marcello.
Si trovava nel posto più bello del mondo, intento a farselo ciucciare da una figa di prima classe, mentre tutte le persone che conosceva stavano sgobbando in qualche piccolo ufficio cittadino, per una vita che non era e non sarebbe mai stata la loro.
Continuava a guardare quella faccia, intenta a salire, scendere, salire e scendere ancora una volta, stimolando in lui un piacere intenso.
-Quanto mi fai godere!- disse.
Non ricordava il suo nome e non poteva immaginare nulla di più romantico di quella circostanza.
L’altra ragazza stava leccando la figa alla spompinatrice. Era più alta di quella che gli stava lecca...

[CONTINUA A LEGGERE IL RACCONTO EROTICO]
 
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