UNA ZIA PORCELLA (Prima Parte)

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RosaBulgari
view post Posted on 21/9/2013, 11:42




E’ davvero una bella cavalla.
Questo è stato il commento che ho sentito su di lei quella sera.
Non che possa trovarmi in disaccordo, anzi, solo che il termine non mi piace troppo, ha l’aria di
essere qualcosa di spregiativo e siccome io le donne in genere le adoro preferisco usare altri
aggettivi più consoni.
Comunque il tutto è accaduto in un centro commerciale in città.
Ci ero andato solo per godermi un po’ di aria condizionata e per dare una sbirciata alle vetrine ed
invece ho avuto l’occasione di sbirciare ben altro.
Stavo guardando una magnifica vetrina di intimo femminile, altra mia grandissima passione, ed ero
un po’ perso con la testa tra pizzi, merletti, tanga, reggiseni, calze velate ed altri “ammennicoli” del
genere.
Il difficile è immaginarli indossati dal corpo giusto ma mettendomi d’impegno ci riesco piuttosto
bene.
Il commento lo fanno due ragazzi che, fermi davanti alla vetrina successiva, stanno osservando con
notevole interesse qualcosa
all’interno.
Incuriosito mi avvicino facendo finta di niente e do un’occhiata anch’io.
Alla faccia del bicarbonato di soda, si tratta davvero di un bellissimo esemplare, direi se
concordassi con il termine usato dai due.
Dico invece che si tratta di una bellissima donna: circa quarant’anni, mora, capelli lunghi fino a
metà schiena, abbronzata ma non troppo, ovvero quella magnifica tonalità caffellatte che valorizza
la pelle, un bel seno che tende una semplice camicetta bianca, un sedere “a mandolino” da urlo
inguainato da una gonna nera piuttosto attillata, due gambe da modella infilate in sandali dal tacco
alto e, guarda guarda, un sottilissimo braccialetto da caviglia; uno spettacolo.
E lo spettacolo è anche migliore perché sta scegliendo tra una decina di completini vari che in
genere definisco “da sesso”.
Non posso fare a meno di restare a guardarla ed immaginare quale potrebbe acquistare, mentre i due
ragazzi si allontanano: lo spettacolo è troppo poco esplicito per interessarli.
Io invece persevero, rimango ad ammirarmela finché non decide l’acquisto.
Strano ma vero è lo stesso che le avrei scelto io, una guepierre completa di reggicalze, tutto di raso
bluette con bordura in pizzo sempre bluette ma di una tonalità leggermente più chiara e con coppe a
balconcino, calze (e dico calze, non autoreggenti) in tinta, sottilissimo tanga satinato ed collarina in
tinta con un piccolo fiocchetto turchese.
Accidenti, beato l’uomo che ammirerà lo spettacolo.
Si fa impacchettare il tutto, paga ed esce.
Non resisto alla tentazione di seguirla per un tratto, anche perché ha un modo di ancheggiare che è
tutto un programma.
Si ferma davanti a varie vetrine; controlla la merce esposta; entra in un negozio; si accende una
sigaretta ed io sempre dietro.
Come pedinatore devo essere proprio una schiappa perché dopo una decina di minuti si è
perfettamente accorta che la stò seguendo, ogni tanto si volta e dà una sbirciatina controllando se ci
sono.
Porca miseria, non solo non protesta e non fa niente per seminarmi, ma alla vetrina successiva, dopo
l’ennesima sbirciata, con la scusa di controllare una cosa sul fondo della vetrina si piega a novanta
gradi spingendo il culetto in fuori e piazzandolo direttamente sulla linea di tiro dei miei occhi.
Chissà, forse le piace farsi ammirare.
Invece, al negozio successivo, appoggia la borsa per guardare un
paio di prodotti e poi si allontana senza riprenderla.
Come scusa è vecchia come il mondo ma questo non fa differenza: scatto veloce, afferro la borsa e
la seguo.
La riprendo fuori dal negozio e mi avvicino.
Facciamo le presentazioni, lei si chiama Adriana e partono le solite smancerie, i soliti complimenti,
le solite cosette varie più la punzecchiata finale “Sarebbe stato un peccato perdere un completino
bello come questo.”
“Nessun imbarazzo da parte sua ne tantomeno un gesto di meraviglia riguardo al fatto che cosa c’è
nella borsa.
“Piace anche a te questo tipo di biancheria?” chiede.
“Eccome, l’adoro! Anche se a dire la verità preferisco ammirarla dal vivo e, come dire, con il…
ripieno giusto.”
Espressione maliziosa da parte sua: allarga leggermente le braccia e sussurra:
“Un ripieno così andrebbe bene?”
Cosa dovrei rispondere, secondo voi?
“Assolutamente perfetto!”
Le prendo la borsa della merce e le porgo il braccio, lei si appoggia leggermente e partiamo.
Strano ma vero, il beato che godrà della vista di quell’articolo sarò proprio io.
In meno di un quarto dora siamo a casa sua.
Lascio la macchina in garage e saliamo con l’ascensore.
Durante il tragitto abbiamo chiacchierato del più e del meno come due semplici amici, senza
nessunissimo gesto compromettente.
Arrivati nel suo appartamento ci sediamo in salotto continuando a parlare; dopo una decina di
minuti di chiacchiere sempre più tendenziose, la maggior parte riguardanti la biancheria intima
piccante fa la sua mossa.
“Vuoi qualcosa da bere?” mi chiede,
“Caffè, te…” attimo di pausa e risatina soffocata.
“…Me?”
Non posso fare a meno di ridere assieme a lei, è una battuta talmente vecchia da aver bisogno delle
bretelle per stare su.
Comunque sto al gioco.
“Te, naturalmente!”
“Mi aspetti qui per un paio di minuti?”
fa alzandosi e lisciando la gonna.
“Molto volentieri.”
Sparisce nel corridoio ed io pregusto il momento in cui la rivedrò.
Cinque minuti più tardi rientra: è avvolta in un kimono blu scuro con degli aironi grigio perla
ricamati e indossa lo stesso paio di sandali neri.
Si avvicina a me mentre mi alzo in piedi.
“A te il compito.” dice sporgendo in avanti il bacino ed indicando il nodo che tiene chiusa la
cintura.
Ne tiro i bandoli ed il kimono si apre: lei abbassa leggermente le
spalle e l’indumento cade silenziosamente ai suoi piedi.
Come avevo previsto il completino le sta a meraviglia.
Ruota lentamente su se stessa permettendomi di ammirarla dalla testa ai piedi.
Il bluette risalta sulla sua pelle abbronzata valorizzandola perfettamente.
Senza rendermene conto in un minuto me la trovo addosso in un bacio da capogiro.
Si è incollata a me come una tellina, facendo aderire ogni centimetro del suo corpo al mio.
Sento attraverso la camicia i suo i seni dai capezzoli eretti contro il petto mentre il suo pube si
strofina contro il mio con un lento movimento ondeggiante, poi si abbassa lentamente senza perdere
il contatto, mi slaccia i pantaloni e mi tira fuori l’uccello che ormai ha la densità del marmo.
Mi stimola con le labbra e la lingua poi, finalmente lo prende in bocca.
Rimango lì a godermi il servizio per qualche istante poi la prendo sotto le ascelle e la costringo ad
alzarsi.
E’ il mio turno ad inginocchiarmi avanti a le, le faccio appoggiare un piede su una sedia, scosto gli
slip ed infilo la lingua tra le sue grandi labbra; ha il pube coperto solo da una strisciolina di peli neri
larga meno di due centimetri mentre il resto dell’inguine è liscio e depilato alla perfezione.
Prendo a leccarla con passione e lei, quasi subito mi afferra la testa ruotando il ventre contro la mia
bocca.

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Rosa Bulgari
view post Posted on 26/7/2015, 23:34




a qualcuno è piaciuto questo racconto ?? :)
 
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1 replies since 21/9/2013, 11:42   9155 views
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