Mamma golosa, Racconto incest

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Le Silver
view post Posted on 23/11/2012, 19:01




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LA MAMMA GOLOSA

Mercoledì sera erano tutti e tre, padre, madre e figlio a guardare un noioso programma alla televisione.
Come aveva concordato con la madre, alle 22 Piero si alzò
“be, io vado a letto, buonanotte”
e avvicinandosi alla mamma le dette un bacio insistito sulla guancia, molto vicino alla bocca, poi salì in camera sua.
“perché non andiamo anche noi caro?”
chiese Wilma al marito
“ho in mente una cosina… ”.
Osvaldo la guardò e le sorrise, pensando che fosse parecchio intraprendente per i suoi standard (quelli che lui credeva essere i suoi standard).
“certo cara, avviati che ti raggiungo tra poco”
lei si alzò, gli sorrise e se ne andò, accentuando l’ondeggiare del suo sedere
“accidenti, mi sa che stasera è su di giri… be, meglio così”.
Wilma entrò in camera, si spogliò completamente, poi indossò le sue calze col reggicalze che aveva comprato per l’occasione e si stese languidamente sul letto, con la luce piccola sul comodino accesa.
Quando Osvaldo entrò e la vide così, con le sue belle tette esposte, la peluria folta della sua fica in vista e le cosce leggermente
divaricate, ebbe un sussulto
“accidenti… ” riuscì solo a dire.
Lei gli sorrise e si passò la lingua sulle labbra.
“ti piace, stallone?”
“certo… certo” balbettò lui.
“e allora vieni qui, vediamo se il tuo cazzo riesce ancora a rizzarsi come ai bei tempi”.
Lui trasalì
“ma… che dici… ”
non aveva mai parlato così sua moglie ma comunque… si il suo cazzo era durissimo come non era da tempo.
Lui si avvicinò e si slacciò i pantaloni, poi si mise sul letto.
“Sono così arrapata amore… voglio prendertelo in bocca, vuoi?”.
Lui sobbalzò
“be… si, credo… ”
allora lei si avvicinò e si abbassò su di lui, calandogli le mutande.
Appena vide entrare nella camera il padre, Piero si spogliò e si avvicinò alla stanza dei genitori, guardando dentro.
Vide sua madre che, lentamente calava le mutande a suo padre e vide saltar fuori un cazzo veramente grosso e incredibilmente diritto… sicuramente era un po’ più lungo del suo e decisamente più spesso.
“Mhhh… com’è grosso il tuo cazzo caro… voglio spompinarlo”
lui la guardò, eccitatissimo dal fatto di scoprire una moglie così diversa
“si, prendilo in bocca, fammi un pompino!” le disse.
Lei gli sorrise e Piero la vide tirar fuori la lingua e cominciare a leccare l’asta del marito
“uhhh che bello… cara è bellissimo”
“mmhh..si, guardami, ora mi sditalino mentre te lo prendo tutto in bocca”
e così dicendo inghiottì prima la cappella rossa, poi l’asta, centimetro dopo centimetro, facendosela scorrere tra le labbra mentre la sua mano cominciava a lavorare sulla fica; il cazzo di Piero si inalberò maestoso guardando sua madre spompinare suo padre.
”Uhhhh… dio… dio..che fai… siiiii, pompami il cazzo!”
e lei non aveva certo bisogno di incitamento visto che lavorava con passione su quel manfano, facendo frullare la lingua sulla cappella.
Poi smise di pomparlo e cominciò a leccargli le palle, delicatamente; Piero si era preso in mano il cazzo e se lo menava lentamente “sei proprio una troia mamma” pensò.
Wilma sollevò gli occhi, sempre leccando e sorrise al marito; lo aveva in pugno, lì col suo cazzone arrapato, senza inibizioni ed era eccitatissima al pensiero che il figlio stava a guardarla mentre lei spompinava il padre.
“Osvaldo, senti… ” cominciò lei
“si..dimmi… dimmi tutto ma leccamelo”
“senti Osvaldo, cosa diresti se ti dicessi che quello che sto facendo a te l’ho fatto a nostro figlio?”
L’ uomo spalancò gli occhi, sbigottito, stette una attimo fermo, poi scattò a sedere
“che cazzo dici… che stai dicendo… ” balbettava.
Wilma gli sorrise ancora
“fino ad oggi non hai mai scoperto che moglie troia avevi… si, ho fatto un pompino a Piero, nostro figlio, e non solo”
“che… che!” il cazzo di Osvaldo ora era mezzo moscio.
Piero, intanto si stava masturbando con furia.
“Si amore, mi sono fatta anche scopare e sapessi come ho goduto col suo cazzone nella fica”
e continuò a sorridere mentre pian piano menava il cazzo del marito che ridiventava duro
“Wilma… io… non capisco”
“però sento che il raccontino ti ha fatto un certo effetto!”
ora l’uccello di Osvaldo era di nuovo durissimo, le sue palle gonfie.
Wilma tornò a farselo scorrere in gola mentre il marito stava lì, senza pensare, voglioso solo di godere.
“Osvaldo, se ti dicessi che Piero è lì dietro la porta che ci guarda e stà per entrare per fottermi che diresti?”
“Wilma… cazzo, zitta e lecca… troia!” aggiunse poi come liberato.
Wilma rise e fece cenno a Piero; era arrivata l’ora. Piero entrò nella stanza e accese la luce grande.
Ci fu un minuto di silenzio, padre e figlio si guardarono.
“Be papà, succhia bene questa troia di mamma?”
Osvaldo non rispose, annichilito
“ti dispiace se mi faccio dare una leccata all’uccello?” e si avvicinò.
“Amore, vieni qua!”
squittì Wilma e si sporse dal letto imboccandosi il cazzo svettante di Piero che puntava la cappella verso di lei.
“Uhhh… come succhia la maiala… mmhhhh è proprio brava”
“mmhh… gghh… siii, mi piace il tuo cazzo in gola” rispose lei continuando a spomparlo mentre gli divorava la cappella.
“Rilassati papà… stai qui e goditi lo spettacolo, poi se vuoi la facciamo godere insieme”.
Osvaldo era come inebetito, ma il cazzo gli faceva male da quanto era duro.
Poi Wilma si stese supina
“avanti Piero, imboccami da sopra”
“certo mammina!” ghignò il figlio mentre le balzava a cavalcioni sul petto.
Le poppe di lei si schiacciarono sulle chiappe del figlio e il suo pisello si offrì prontamente alla sua bocca.
Appena lei la spalancò Piero ci immerse il cazzo e cominciò lentamente a muoverlo.
In breve tempo Piero pompava nella bocca della mamma a ritmo forsennato, sprofondandole tutto il cazzo in bocca e sentendo la cappella che scivolava lungo la gola di lei.
Wilma intanto stava con le gambe larghe e con tre dita si stuzzicava la fica che, come al solito, era bagnatissima e produceva un rumore sciacquante.
Poi Wilma afferrò il cazzo e se lo sfilò di bocca
“avanti Piero, ora scopami un poco le tette”
“con piacere mamma, sono così polpose… ”.
Si prese il cazzo, lo infilò tra le morbide montagne di carne, le richiuse intorno ad esso e cominciò a scopare quelle mammelle chiudendo gli occhi mentre lei saettava la lingua a lambire la cappella che spuntava verso la sua bocca.
Wilma si girò verso il marito che guardava la moglie e il figlio fare l’amore, gli guardò il cazzo che si ergeva monumentale e gli sorrise mentre l’uccello del figlio continuava a strofinarsi nel solco delle sue mammelle e le strusciava la faccia
“amore… vuoi stare lì impalato o ti decidi a leccarmi la fica?”
Osvaldo si mosse come un automa e andò a leccarle la passera
“ahhh… siiiii… ecco, mi sta leccando la topa il tuo paparino”.
Piero sorrise e le ficcò la cappella in bocca
“zitta e godi, troia!” rispose.
Osvaldo era eccitatissimo; le prese in bocca il clitoride, poi cominciò a fare andare la lingua su e giù per il solco della vagina, sempre più forte, più veloce
“mmhh… gghh… dio come lecchi bene”
bofonchiò Wilma con il cazzo del figlio in bocca
“si, certo puttana… godi… troiaaa!”
ululò Osvaldo ormai coinvolto e, deciso, infilò il dito indice nello sfintere della moglie
“uughhh… ahiii”
Wilma quasi morse l’uccello del figlio
“ehi, cagna, che hai?” chiese Piero
“quel porco di tuo padre mi ha infilato un dito nel culo… e sentissi come lo muove… uhhhh”.
In effetti Osvaldo, sempre leccando e bevendo dalla fica, muoveva il dito nello sfintere della donna.
“Bene, pare che si sia svegliato”
disse Piero che aggiunse voltandosi verso il padre
“ehi papà, che ne dici se le facciamo succhiare due cazzi insieme a sta maiala?”
“certo, non vedo l’ora… facciamola godere”.
Wilma rimase sdraiata e si alzò la testa con un cuscino mentre suo marito e suo figlio si ponevano ai suoi lati, i cazzi svettanti vicino alla sua bocca.
“Avanti, datti da fare e succhiaceli!” ordinò Piero
“con vero piacere..mmhh..come sono belli” disse Wilma sorridendo.
La sua bocca avida inghiottì il pisello del figlio, fino in gola, tanto che sentì le sue palle sbatacchiarle sul mento mentre lui la scopava in bocca.
“mhhh… papà, sentissi come succhia, e se lo prende tutto in gola… guarda, fino alle palle!”
“avanti, ora succhia il mio brutta troia”
le girò la testa e le infilò brutalmente la verga tutta in gola.
“mmhh… ggghhh” bofonchiò lei, eccitatissima dal trattamento che figlio e marito le riservavano.
Per almeno 10 minuti fu costretta a girarsi a destra e sinistra, dal cazzo di Osvaldo a quello di Piero e a spompinarli fino in gola, mentre loro le sbatacchiavano i manfani in gola incuranti delle sue urla.Intanto padre e figlio si scambiavano commenti osceni che la facevano eccitare ancora di più
“Ehi Piero, tua madre e davvero una porca, sentissi come muove la lingua sulla cappella”
“mhh… lo so… senti qua… uhhh… dai mamma, dai, succhia”.
Poi lei se li tirò fuori e, mentre li masturbava sorridendo disse
“ti prego Osvaldo scopami davanti a tuo figlio… daiiii!”
“certo, certo!”
Scivolò in basso, le puntò la cappella sulla fica e, mentre lei bofonchiava inghiottendo le palle del figlio, spinse dentro di lei sprofondando il suo uccello enorme tutto dentro la sua passera.
“ahh… uhhmmm… bello”
sospirò lei e cominciò ad agitarsi mentre il marito con veemenza pompava in lei e, chinato, le baciava le tette e le mordicchiava i capezzoli
“com’è la sua fica papà?”
“mhh… fantastica… è un lago”.
Dopo 5 minuti Wilma parlò
“dai Osvaldo, ora scopami a pecorina mentre Piero me lo ficca in bocca da davanti”
“come vuole signora”
rispose lui e, estraendo il cazzo dalla fica aspettò che lei si posizionasse.
Wilma si alzò e, agitando quelle belle chiappe, mise il culo verso il cazzo del marito
“avanti stallone, montami” disse e un minuto dopo il marito era dietro di lei, ancorato ai suoi fianchi che le pompava in fica
“dai mamma, attaccati” disse Piero porgendo alle sue labbra la cappella rossa
“aumm… buono”
e si prese il cazzo tutto in bocca.
I colpi del marito da dietro la facevano ballonzolare e lei, a ritmo, scorreva con le labbra sul cazzo del figlio, mugolando.
“Accidenti Wilma… hai davvero un bel culo robusto… ehi Piero, che ne dici se ce lo facciamo”
“cazzo papà… vuoi che inculiamo mamma… fantastico, ma chissà che ne pensa lei”.
Wilma smise di ciucciare la mazza e protestò
“no… il culo no… ho paura”
“zitta porca” disse il figlio mentre, prendendola per la nuca, la costringeva a inghiottire nuovamente il cazzo
“tu fai cosa diciamo noi e noi abbiamo deciso di incularti, capito?” aggiunse
“ehi papà, scommetto che ha già goduto”
“almeno 3 volte a giudicare dalle contrazioni della fica”.
Ed era vero, con i cazzi del figlio e del marito che la stantuffavano Wilma aveva già avuto 4 orgasmi.
“Forza Piero, vieni qui e vediamo che possiamo fare con questo culo”.
Mentre il figlio andava dietro di lei Wilma protestò
“no… vi prego, nel culo no!”
ma ne aveva una voglia pazza
“papà, lo sai che l’ho scoperta che ci si ficcava un vibratore nel culo?”
“davvero? E fa tante storie… l’unica cosa che ti concediamo è scegliere chi ti inculerà per primo”
“Piero… deve essere Piero”
rispose Wilma pensando che il figlio aveva il cazzo un po’ più piccolo.
“Bene, guarda qua che bel buchetto papà… prima io gli ci infilerei un dito… tu tienile aperte le chiappe”.
Osvaldo le divaricò le natiche mentre Piero inseriva un dito e cominciava a farlo andare avanti e indietro
“siii… bello aperto… mmhhh”
“dai, metticene un altro ecco… cosìììì” disse Osvaldo mentre il figlio inseriva con facilità anche il medio dentro il retto della madre. Wilma mugolava sbrodolando in continuazione dalla fica
“ohhh… siiii… che mi fate porci… vi piace il mio buco di culo, vero?”
“è fantastico mamma… guarda come si apre… uhhhhh”.
“Avanti Piero, dai, è l’ora di incularla”
Piero si posizionò dietro la mamma e poggiò la cappella sul tenero forellino mentre il papà stava lì a guardare.
“Ora te lo sfondo mamma, ora te lo ficco nel culo”
“si, dai, spaccami il culo… ohhhh… aahhhiii”
Piero spinse e sentì l’anellino di carne che gli avvolgeva la cappella
“papà… cazzo, la sto inculando, sto inculando mamma”
“si..forza, infilaglielo di più, spaccaglielo tutto!”
lo incitò il padre mentre lui, con una botta decisa, entrava nel retto della madre fino alle palle.
Wilma, quando sentì i coglioni del figlio schiacciarglisi sulle chiappe urlò
“uhhh… mi sei nel culo… dio… mi hai messo tutto il cazzo nel culo… daiiii”.
Piero la prese per i fianchi, si chinò su di lei e le baciò il collo, sussurrandole all’orecchio
“lo senti il cazzo mamma?”
“mhhh… siiii” rispose lei “avanti ora, comincia a fottermi il culo”
“certo, ma intanto vedi di aprire la bocca e di spompinare papà”.
Poi Piero le guardò le chiappe, estrasse lentamente l’uccello e lo riaffondò dentro, poi ancora, ed ancora; in breve tempo stava inculando sua madre con un ritmo notevole.
Wilma intanto sentiva il retto invaso dal cazzo del figlio e la cappella di lui che, trionfalmente, le scorreva contro le pareti.
Voleva urlare, esprimere tutta la sua foia per essere sodomizzata dal figlio, impietosamente, ma non poteva perché il marito le piazzava fino in gola il suo pisello, tenendole la testa ferma e letteralmente scopandola in bocca “lo senti come ti incula tuo figlio? E’ questo che volevi vero,
vacca?” “mhhh..mmhhh” mugolò lei “avanti Piero, faglielo sentire nelle budella il cazzo.
Ora Piero stantuffava il culo della madre come un disperato; la montava nel retto mentre le strizzava le chiappe e si godeva lo stretto sfintere che sentiva avvolgergli l’asta; poi lo sentì contrarsi ritmicamente mentre la mamma emetteva dei gorgoglii dalla gola occupata dal cazzo di Osvaldo
“Ehi Piero, che le stai facendo, mi sta frullando la lingua sulla cappella che è un piacere..uhh..una vera succhiacazzi”
“papà, mi sa che è venuta questa troia, ho sentito il buco del culo che mi si strizzava” rispose Piero
“sei venuta, cagna?” chiese Osvaldo
“mmhh..gghhhh..ggglll” borbottò Wilma.
Il marito gli tirò fuori il cazzo dalla bocca mantre Piero smetteva di pomparle in culo
“ahhh… siiii… il cazzo di mio figlio nel culo mi ha fatto sbrodolare come una vacca” urlò.
“Bene amore, allora vediamo se ti organizziamo un gran finale!” disse Osvaldo sorridendo.
“Piero, smetti di incularla e stenditi, così lei si impala sul tuo cazzo”.
Piero ubbidì e si stese sul letto, il cazzo all’aria, svettante
“mammina, forza, è qui che ti aspetta” disse Piero carezzandosi la verga.
Wilma senza pensarci due volte allargò le gambe e si fece sprofondare il cazzo del figlio nella passera con un mugolio “mmhhhh..che bello”
e poi si abbassò cominciando a slinguare furiosamente Piero che si godeva il caldo della sua fica arrapata avvolgergli l’uccello.
“Scusa amore, ti dispiacerebbe alzare la testa e inumidirmi un po’ il pipo?”
Wilma sentì la voce del marito e, sorridente, si alzò al livello del suo cazzo che troneggiava sopra di lei
“con molto piacere amore”
rispose e tirando fuori la lingua cominciò a lappargli prima la parte inferiore, poi la parte superiore della cappella, e infine tutta l’asta mentre il figlio, lentamente, muoveva il suo membro dentro e fuori la fica della mamma i cui umori colavano sulla verga facendola brillare.
“Bene Wilma, credo che possa bastare, mi sembra abbastanza umido”
disse Osvaldo mentre sfilava il cazzo dalla bocca famelica della moglie.
Piero guardò il padre e capì le sue intenzioni
“papà, non dirmi che… ”
“certo figlio mio, questa troia avrà quello che merita”
poi, rivolgendosi alla moglie
“preparati cara, stai per gustarti i cazzi di padre e figlio insieme.”
Wilma sbarrò gli occhi e cercò di protestare
“no Osvaldo, dai… ho paura… no… ”
“stai un po’ zitta e continua a cavalcarti il cazzo di tuo figlio”
rintuzzò lui mentre si collocava dietro di lei.
Wilma cercò addirittura di alzarsi, ma Piero la prese prontamente
“calmati mamma, vedrai che sarà bellissimo… di la verità, anche a te attira l’idea”.
Lei lo fissò negli occhi e annui
“ma fai piano Osvaldo, ti prego!”
“faccio come voglio… intanto smettila di muovere il culo sennò non posso sfondartelo!”
disse lui mentre si inumidiva un dito e lo passava sull’ano della moglie.
“Piero, avvicina un poco le gambe… ecco… bravo così… e tu rilassati, troia!”.
Piero si fermò e con le mani raggiunse le chiappe della mamma, allargandole
“ecco papà, te le allargo così le puoi entrare dentro bene”.
Osvaldo si afferrrò il cazzo e appoggiò la cappella sullo sfintere che emergeva netto tra le natiche di Wilma bene allargate
“ecco… ora te lo metto in culo… si… ecco… ahhhhh”
con queste parole la cappella di Osvaldo sparì nel retto di Wilma che la accolse senza eccessiva difficoltà
“mhh… piano… fai pianooooo”
urlò lei mentre lui, lentamente inseriva la sua verga dentro il culo
“ecco, cazzo come sta entrando… mmhhhh… uhhhh”
“si, dai papà, dai, ficcaglielo tutto dentro, dai, spacca il culo di mamma”.
Wilma fissava il figlio negli occhi mentre sentiva il cazzo del marito, enorme, che per la prima volta si faceva strada tra le sue chiappe; gli faceva un po’ male, ma rilassò bene i muscoli dello sfintere e lo accolse, finchè il pelo del pube di lui non le solleticò le chiappe; anche Piero se ne accorse
“mamma, ce lo hai tutto dentro, ti piace eh?”
“mmhh… siiiiiiiii”
sussurrò lei abbassandosi e passandogli la lingua sulle labbra
“mi piace… mi piace prendermi due cazzi nel culo e nella fica… ohhhhhh”.
“Dai papà, comincia a incularla”
disse Piero e subito Osvaldo, arrapatissimo al pensiero di stare penetrando il culo della moglie, cominciò lentamente a sodomizzarla,
facendo scorrere il suo cazzo dentro e fuori il retto di lei
“forza Piero… dai, muoviti anche tu, stantuffiamola insieme” incitò Osvaldo.
Padre e figlio cominciarono a pompare la donna, uno in culo e l’altro in fica, con due cazzoni enormi e durissimi.
Osvaldo le percorreva il culo e sentiva il cazzo di Piero che quasi toccava il suo, sprofondando nella passera della madre.
Wilma era impazzita dal piacere, si sentiva completamente aperta, posseduta, con i due cazzi che sentiva scorrerle in corpo,
fica e culo aperti a dismisura: cominciò a mugolare selvaggiamente
“uhhh… mmhhh… ahhhh… siiii… li voglio, li voglio tutti… sono la vostra troia… ahhhhh come godo… ”
“si… ti sfondo il culo… Piero, sentissi come si contrae… dai ti sento il cazzo!”
“anch’io papà… ahhhhhhh… che bellooo… ”.
Il corpo muscoloso di Osvaldo montava la moglie mentre lei era schiacciata sul robusto corpo del figlio, i suoi enormi seni sul petto di lui che, con le braccia muscolose le pastrugnava le chiappe, impietosamente violate dal cazzo del padre.
La possedettero così, in sandwich per almeno 10 minuti, instancabili; lei si muoveva come un’ossessa, voleva che i due cazzi non smettessero mai di violarla, di aprirla; raggiunse tre intensissimi orgasmi, ululando senza ritegno o slinguando il figlio e il marito, mentre il suo corpo era schiacciato da quello del marito e del figlio.
“Papà… non ce la faccio più, sento il cazzo che mi scoppia… che facciamo, io un’ideina ce l’avrei”
“dimmela!”
“be, io direi di farla mettere in ginocchio e di scaricarle in faccia tutta la sborra”
“oh… si… si, la voglio, voglio che mi sborriate in faccia… porci, maiali”
“ok figlio, mi sa che anche lei è d’accordo”
ed estrasse il cazzo dal martoriato culo della moglie che produsse un suono strano -plop-.
Wilma si alzò e aprì il comodino estraendo il grosso vibratore nero.
“Avanti mamma, in ginocchio che il cazzo mi sta per scoppiare”.
Wilma si mise in ginocchio sul letto impalandosi sul dildo
“Mhhh… ohhh… voglio venire anch’io quando mi ricoprirete la faccia di sborra” urlò dimenandosi sull’uccello finto.
Padre e figlio si misero ai lati di lei e cominciarono a menarsi i cazzi.
“Dai Piero, vediamo di ricoprirla”
“sii… datemela, fatemi annegare nella vostra sborra” ululò lei mentre si muoveva sul dildo facendoselo sparire nella vagina.
Si prese in bocca il cazzo di Piero e cominciò a succhiarlo con foga, poi passò a quello del marito, facendoselo scorrere fino in gola. Per lunghi minuti la donna lavorò instancabilmente sugli uccelli del marito e del figlio, passando dall’uno all’altro o leccandone le cappelle che si agitavano davanti alla sua bocca famelica
“forza, venite… daiiiii… schizzate… sborratemi tuttaaaaa” urlava saettando la lingua.
“Papà… eccomi… cazzo sto per sborrare, le sto per scaricare in faccia… uhhhh… mamma… bevimiiiiii”
Wilma si girò prontamente e aprì la bocca.
Piero le mise la cappella dentro e cominciò a masturbarsi velocemente e dopo poco, copiosi schizzi di caldo sperma sgorgarono “ahhh… siii, mamma, ti faccio bere la mia sborra… guarda papà… ssiiiiii”.
La bocca di Wilma cominciò a riempirsi; lo sperma caldo e densissimo del figlio le colava dappertutto e lei lo collezionava in bocca,
diligente.
Un torrente di lava la colmò e rivoli di sperma cominciarono a scivolarle dagli angoli della bocca “ggllu… ggllllub” mormorò.
Alla vista della bocca di sua moglie ricoperta dalla sborra del figlio Osvaldo cominciò a venire, spruzzando caldi getti di sperma sulla guancia, sulla fronte e sui capelli della moglie.
Con attenzione faceva in modo che quel torrente di sborra fosse distribuito sulla sua faccia e nella sua bocca
“cazzo Wilma… sei piena… piena”.
La donna dette un colpo sul dildo e venne furiosamente mentre la pioggia di sperma, lentamente, si placava.
Quando i cazzi smisero di schizzare, Wilma girò gli occhi verso il marito e il figlio; era uno spettacolo incredibile.
Stava con la bocca aperta dove ristagnava una pozza di bianca lava, gocce di sperma le colavano dai capelli e le ricoprivano la fronte e la guance, il mento era completamente rorido di sperma colante.
“Avanti mamma, ingoiala, bevi la nostra sborra, fai vedere quanto sei troia!” la incitò Piero.
Wilma chiuse gli occhi e cominciò a inghiottire la sborra che aveva in bocca.
Rivoli di sugo bianco le sfuggirono dagli angoli della bocca e le imperlarono le labbra.
Tirò fuori la lingua e, sorridendo, li catturò
“Mhhh… buona!” disse leccandosi le labbra.
“Incredibile… che troia tua madre!”
commentò Osvaldo guardandola affascinato ripulirsi con la lingua.
Osvaldo e Piero si stesero esausti sul letto; Wilma si alzò, si tolse il vibratore dalla vagina, si asciugò la faccia e andò a sdraiarsi in mezzo a loro, cominciando a giocherellare con i piselli mosci
“allora mamma, ti sei divertita?” chiese Piero
“uhhhh… se mi sono divertita… sono venuta almeno 7 volte!” rispose Wilma sorridendo soddisfatta.
“Bene ora dormiamo un po’, domani è un altro giorno” disse Osvaldo e i tre si addormentarono profondamente mentre padre e figlio facevano riposare le loro mani sui seni opulenti di Wilma.
 
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